Come difendersi dalle società di recupero credito: DENUNCIATELE.

Ha fatto giustamente scalpore questo annuncio apparso in rete per ricerca personale per un’agenzia di recupero credito: il richiamo a provenienze meridionali, lasciando intendere che questo corrisponda ai metodi intimidatori che utilizzano questi recuperatori, è assolutamente vergognoso, indecente ed offensivo.

Questi sono i mezzi che utilizzano le società di recupero credito: intimidazione, molestie, stalking, minacce, telefonate notturne, addirittura contatti con minori.

E la paura cresce.

Ebbene, sappiate tutti che questi delinquenti, perchè compiono reati PENALI, contano proprio su questo: incutervi timore, ansia, PAURA.

Non avete idea di quante mail ricevo di persone terrorizzate da questi personaggi, che temono che possa succedergli di tutto, fino a temere per la propria salute fisica.

Questo non è un articolo che vi spiega come non pagare, a tale proposito vi rimando alla Fondazione Mahat, formata da persone eccezionali che combattono ogni giorno contro un sistema illusorio ed illecito.

Io voglio aiutarvi a combattere questo fenomeno e a farvi comprendere che voi siete VITTIME e come tali avete modo di difendervi, perdonatemi il francesismo, anche permettendovi di mandarli a quel paese.

 

 

Partiamo dal presuppposto che pagare i debiti è un dovere, ma dobbiamo anche accertarci che gli importi richiesti non siano gonfiati e che i modi usati dalle società di recupero crediti siano legittimi!

Al contrario invece, pur di indurre i cittadini a pagare, la maggior parte degli “esattori” non si faccia alcuno scrupolo etico: la tecnica principale è quella di esercitare una esagerata pressione psicologica sul debitore forse perché si crede che “ossessionare chi è in difficoltà paga sempre”!

Così, complice la crisi economica, il recupero crediti sembra diventato il business del momento e in molti segnalano all’Unione Nazionale Consumatori di aver subito vessazioni e altri vergognosi condizionamenti.

Su questi comportamenti sono intervenuti ripetutamente tanto il Garante della privacy che l’Autorità della Concorrenza e del Mercato, indicando le misure necessarie perché tutto si svolga nel rispetto dei principi di liceità e correttezza, ma si tratta di prescrizioni spesso disattese: ecco quindi perché vorrei spiegare come difendersi dal recupero crediti illegittimo.

La prima cosa alla quale dobbiamo prestare attenzione è la corretta verifica circa la reale esistenza del debito: teniamo in considerazione che alcune società si affidano a comunicazioni improvvisate che sono facilmente riconoscibili perché il riferimento alla posizione debitoria è molto superficiale e generico (generalmente si tratta di messaggi che ci arrivano via e-mail oppure per posta, ma con una semplice lettera non raccomandata).

In generale è illegittima ogni modalità di ricerca del debitore, presa di contatto, sollecitazione che sia lesiva della sua riservatezza o della dignità personale: si pensi a quelle sgradite sollecitazioni sull’utenza telefonica fissa o mobile, all’invio di messaggi Sms, a comunicazioni telefoniche il cui contenuto è preregistrato e quindi poste in essere senza l’intervento di un operatore con il rischio che soggetti diversi dal destinatario vengano a conoscenza del contenuto di chiamata.

Ma si arriva persino alle visite a domicilio o sul luogo di lavoro, talvolta con apposizione di messaggi sulla porta di casa idonei a violare le più elementari regole di rispetto della privacy.

Può persino capitare di ricevere un Atto di citazione a comparire dinanzi ad un Giudice di pace di un luogo diverso dalla nostra residenza, ma andrebbe verificato con cura perché spesso si tratta solo di intimidazioni.

A me è capitato ad esempio di ricevere una telefonata da parte di un presunto Ufficiale Giudiziario del Tribunale di Varese. Ho faticato per farmi dare il nome, che ovviamente era inventato, chiamato il Tribunale ho avuto conferma che non esisteva alcun Ufficiale Giudiziario a quel nome: non ho potuto far altro che denunciare la società di recupero crediti e la persona ignota per il reato di stalking, molestie, usurpazione di titolo per tentata truffa, violazione di privacy, violazione dei diritti della persona…. e mi sono fermata ma avrei potuto continuare tanti erano i reati fatti.

Dopo di che ho spedito la denuncia via mail ed ho scritto che sarei stata pronta a procedere penalmente nei loro confronti se avessero continuato (ben sapendo che per alcuni reati la denuncia procede d’ufficio).

Conseguenza?

Lettera formale di scusa, rimessa del mandato e ricontatto con la finanziaria per stabilire un eventuale piano di rientro o un saldo stralcio, cosa che nelle mie condizioni era impossibile fare. Ad oggi è passato un anno non ho più sentito nessuno.

Certo, sarò segnalata come cattivo pagatore, ma appena ho tempo, grazie a Mahat, avrò modo di affrontare anche questo, chiedendo danni che mi verranno di certo risarciti, come dalle ultime sentenze della Cassazione, per violazione della privacy e della dignità della persona.

Trovo disgustoso questo catalogo di falsità utilizzato da alcune aziende del mondo del recupero crediti: in un paese civile, un momento di difficoltà economica (o una dimenticanza) non dovrebbe trasformarsi in una vera e propria lesione della dignità personale del cittadino.

E’ bene fare attenzione a tutte quelle affermazioni non veritiere utilizzate per indurre i consumatori a pagare: non è vero che il mancato pagamento di un debito può comportare il carcere, trattandosi di un inadempimento di natura civilistica; non è vero che può portare alla dichiarazione di fallimento, per la quale è sempre necessaria un’apposita procedura preceduta dalla emissione di un decreto ingiuntivo o di una sentenza; non è vero che al mancato pagamento può far seguito il pignoramento dei beni (o addirittura dello stipendio) perché anche in questo caso è necessario che intervenga un provvedimento del giudice.

Ripeto, su una cosa siamo d’accordo: i debiti vanno pagati. Ma non e’ giusto, al contrario, che molti debitori debbano subire comportamenti ai limiti della legalita’, tanto da diventare uno stalking creditizio.

In questi casi, non e’ piu’ questione di moralita’, ma di illecito vero e proprio.

Quando il pressing telefonico raggiunge livelli esasperanti, ed alcune societa’ di recupero crediti arrivano a interrogare i vicini di casa, inviare sms, ed avvertire persino i datori di lavoro, si commette un reato.

Il Garante della Privacy, infatti, ha raccolto le numerose denunce da parte dei debitori e ha deciso di intervenire per fare chiarezza su quali comportamenti delle societa’ di recupero crediti vanno considerati illegali, in modo da tutelare i debitori.

Il provvedimento dell’Authority stabilisce che i solleciti di pagamento debbano essere riportati esclusivamente al debitore, escludendo la possibilita’ che terzi possano venirne facilmente a conoscenza.

Avvisi di mora affissi sulla porta di casa, telefonate a familiari, vicini o al datore di lavoro e telefonate preregistrate sono, quindi, da ritenersi illecite.

Gli esattori che disturbano a qualunque ora del giorno e della sera, arrivando a fare del vero stalking abusando della propria professione, spacciandosi anche per gli stessi avvocati e notai generando timore o ansia nel cliente. Inoltre non sono rari i casi di violenza verbale ed anche gesti come aggressioni da parte di agenti che sopraggiungono in casa richiedendo i soldi. “Questi professionisti” dovrebbero prendere un appuntamento preventivo ed uscire dall’abitazione, se invitati a farlo dal padrone di che se insultato o molestato può richiedere l’aiuto delle forze dell’ordine.

Le agenzie creditizie possano esigere il pagamento solo in presenza di una cessione del credito ai sensi dell’art.1264 del Codice Civile.

Queste persone alimenteranno il terrore, se troveranno terreno fertile come persone timorose, che non sanno rispondere perché si vergognano di essere debitori.

Invece dovrebbero diffidarli anche tramite lettere, richiamando interventi di carabinieri ed associazioni.

E se continuano, DENUNCIATE.

Capita a tutti, specie in questo periodo di crisi, di non riuscire a pagare un debito (ammesso che lo sia, ma di questo parlerò in un altro articolo): ricordatevi bene, NON DOVETE AVERE PAURA, nessun Giudice vi toglierà MAI  una situazione di vita dignitosa nonostante quello che vi minacciano questi delinquenti di fare. Ricordatevi che il loro “lavoro” si basa sulle percentuali di quanto riescono a recuperare, e non hanno scrupoli per nessuno.

Calpestano i nostri diritti e il nostro essere? Meritano la GALERA.

Proprio per questi abusi e scorrettezze, nel corso dell’anno sono state condannate multate e condannate diverse societa’ di recupero crediti: citiamo, ad esempio, la GE.RI. Gestione Rischi srl e la Elliot srl.

REAGITE, NON SIATE PASSIVI. SAPPIATE CHE SIETE NEL GIUSTO E CHE SBAGLIATE SOLO A PENSARE IL CONTRARIO E A FARVI CALPESTARE PER PAURA.

Non dimenticare mai:

Esigere il rispetto.

Ribellatevi se vessati e umiliati.

Rivolgetevi alle Forze dell’Ordine o alle Associazioni dei Consumatori.

Non pagate, se non ci sono accordi scritti sanciti da entrambe le parti.

Pretendere documenti da firmare e controfirmare in caso di Saldi Stralci e Rateizzazioni.

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