Crif, cos’è?

CRIF e SIC, centrale rischi e banca dati d’informazioni creditizie : cancellazione automatica o su istanza di parte, libero accesso e verifica dei nostri dati.

L’acronimo Crif è un po’ sulla bocca di tutti o almeno in molti ne hanno sentito parlare. In quest’articolo, lo scopo che si persegue è quello di spiegare che cos’è, quali sono i suoi scopi, come funziona, ma soprattutto quali sono le tempistiche e le modalità per la cancellazione dei dati e per l’accesso ai medesimi.

DEFINIZIONE E SCOPO

La CRIF (Centrale Rischi d’Intermediazione Finanziaria) è la società privata che gestisce il SIC (Sistema d’Informazioni Creditizie), noto anche col nome Eurisc.

Questo sistema è, quindi, una vera e propria banca dati, costituita dalle informazioni provenienti dalle Banche e dai cosiddetti enti finanziatori in genere. Lo scopo è di valutare oggettivamente il profilo creditizio, in termini di affidabilità, del soggetto interessato.

DATI CHE COSTITUISCONO LA BANCA DATI

Ogni qualvolta chiediamo od otteniamo un prestito, le relative informazioni sono trasmesse al SIC.

In particolare ciò avviene sia in fase d’istruttoria del finanziamento, sia in seguito alla sua concessione, sia, infine nella fase del rimborso.

I dati inviati sono di natura oggettiva, cioè ci si limita a trasmettere quanto sta accadendo rispetto al prestito richiesto.

Si può, pertanto, affermare che le informazioni creditizie possono essere sia di natura negativa (quando cioè siamo in difetto con la restituzione delle rate), sia di natura positiva (quando cioè stiamo pagando regolarmente). In questo modo, la banca dati in questione, se consultata, consente di valutare, in base ai dati in essa contenuta, se siamo o no dei buoni pagatori.

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Io sono pacifista totale, ma divento guerrafondaia contro le banche. Ecco l’ultimo soppruso che abbiamo appena subito.

Premetto: in assoluto io sono sempre stata una grande “combattente”. Ma le mie battaglie si sono concretizzate nella difesa di principi e diritti nei quali credo ciecamente, anche se non mi riguardavano direttamente non ho mai avuto paura di espormi fin da piccola per farli rispettare. La guerra, ovviamente, non è uno di questi.

Ma in questi anni, a partire dal 2008, sono assolutamente convinta che sia in corso la terza guerra mondiale, che non si sta combattendo a suon di armi chimiche o quant’altro i media vogliono farci credere, distogliendo l’attenzione su ciò che realmente sta avvenendo.

La terza guerra mondiale è una guerra finanziaria, dove le banche sono onnipotenti, o si ritengono tali, hanno un potere immenso, decidono del destino di ciascuno di noi, evadono le tasse e poi piangono miseria per prendersi aiuti dagli Stati, basti vedere il recente caso del Monte Paschi di Siena.

L’Imu versata è servita grazie al governo Monti a salvare una banca da un buco astronomico. Ma se si apre questo capitolo, non lo si chiude più, perchè loro detengono il potere che è dato dal denaro. Qualsiasi ingiustizia un correntista subisca, sia privato che azienda, si trova di fronte un ghigno e la solita risposta: ci faccia causa.

Partendo dal presupposto che io di cause alle banche fino ad ora ne ho depositate sei, con tanto di perizie che testimoniano il ladrocinio al quale la mia azienda è stata sottoposta, oggi voglio scrivere e mostrare dei documenti, per far capire come operano questi strozzini legalizzati.

Mi si perdoni se non faccio nomi, ma vorrei evitare una querela per diffamazione.

Diciamo che una banca con la quale lavoriamo, ad inizio anno ci propone un piano di rientro degli affidamenti concessi, che la mia azienda regolarmente ha onorato, dimezzando quelli rimasti.

Alla scadenza annuale, la medesima banca, consapevole di tutte le segnalazioni in CR (Centrale Rischi) dell’azienda, dovute chiaramente alle citazioni in giudizio degli altri Istituti di Credito delle quali erano assolutamente al corrente, propone un piano di rientro totale con un finanziamento chirografario in 36 mesi, con garanzia di Artigianfidi, e si preoccupa di mandare ai medesimi una raccomandata dove evidenzia l’accordo fatto tra le parti:

richiesta  ad artigiani per chirografario_001

Nello stesso istante, la medesima banca, fingendo di aiutarci, apre un conto corrente a latere, dove ci invita via mail ad operare normalmente:

Gmail - FIDO SCADUTO_001

La mia azienda ringrazia, pensando di aver avuto un favore, e continua il suo lavoro, considerando che questa era ormai l’unica banca con cui lavoravamo, perchè tutte le altre per diversi motivi che a suo tempo spiegherò, non del tutto legali tanto da riportare l’accusa di interruzione abusiva del credito, ci avevano revocato da un giorno all’altro ogni tipo di affidamento, senza neppure una parola d’avviso.

Chi ha letto quanto ho scritto in passato, sa cosa ha generato in me questa situazione: una depressione acuta che mi ha portato anche a tentare un gesto inconsulto, perchè a fronte di venti anni di onestissimo lavoro, trovarsi in ginocchio e scoprire in seguito che le stesse persone che ti trattano da delinquente ti hanno usurato per cifre altissime, affrontando ogni giorno urla, ira e minacce di clienti che, con tutte le ragioni del mondo, non hanno mai compreso cosa stava accadendo, bè, sfido chiunque a non crollare emotivamente.

Eppure noi siamo qua, ogni giorno, e lottiamo affinchè ci venga fatta giustizia.

Torno al mio racconto, che non essendo una fiaba, non ha un lieto fine. (altro…)

Vi racconto come le banche rovinano le micro-imprese italiane: storia di un errore di cui nessuno si assume la responsabilità. La risposta del Ministero dello Sviluppo Economico.

Oggi farò qualcosa che non amo particolarmente: parlerò di me, o meglio, di parte del mio lavoro. E di come, nonostante l’impegno, la correttezza, le garanzie e quant’altro, esiste sempre qualcosa al di fuori della tua volontà che vanifica tutti i tuoi sforzi: il sistema bancario italiano.

Ne parlo oggi perchè ho ricevuto una mail dal Consigliere per le relazioni esterne del Ministro Scajola, Gian Andrea Cerone, a seguito di una mia missiva, mandata a tanti, troppi forse, parlamentari, governo, associazioni, quotidiani e non mi ricordo neppure più a chi. Gian Andrea Cerone è l’unico che mi ha risposto, anche se a distanza di due mesi, tempo comprensibile.

Vado per ordine.

Si parla tanto di crisi economica, ma da chi è stata causata?

Qualche idea, nel mio piccolo, me la sono fatta: gli speculatori.

In Italia i peggiori si chiamano banche: fino a che hanno potuto, hanno sfruttato il monopolio del sistema creditizio, applicando tassi di interesse e spese assurde e non giustificate o giustificabili.

Mi ricordo, ad esempio, un articolo del Decreto Bersani che eliminava le spese di chiusura di un conto corrente. Ebbene, in quel periodo ho cambiato banca, chiudendone due in Banca Intesa. Per entrambi mi sono vista addebitare circa 60 euro ciascuno con la dicitura “chiusura”; a tutt’oggi, nonostante le mie richieste, non si sa per quale motivo: ovviamente non sono stati rimborsati.

Che fine facevano i nostri soldi? Semplice, seguivano linee di investimento, ma non di quelle che vengono proposte ai clienti, perchè hanno una rendita ridicola. No, le banche prendono soldi, addebitano spese, interessi e via discorrendo, e li investono guadagnandoci. Alta finanza, la chiamano.

E quando questi investimenti si traducono in perdite? Bè, è crisi economica.

Semplicistica visione, lo ammetto
, per di più appartenente ad un piccolissimo imprenditore che certo non vanta grandi conoscenze economiche o finanziarie, ma solo una discreta esperienza personale nei rapporti con le banche. La sottoscritta, per l’appunto.

Il concetto di restrizione del credito alle micro-imprese non mi ha mai toccato più di tanto, fino allo scorso anno, per la precisione a dicembre 2008.

Anno difficile, difficilissimo, specie per chi come me opera nel campo automobilistico, nell’occhio del ciclone per questa crisi. E badate bene, non fatevi influenzare dai media: trattasi di crisi di produzione, non di vendita. Tanto è vero che se oggi ordini una vettura, di qualunque marca possa essere, la aspetti e subisci ritardi di consegna. Ma non voglio entrare nel merito di questo discorso, perchè esula da quanto voglio dire oggi.

Anno duro il 2008, le aziende sono state sommerse da oneri finanziari quasi raddoppiati, nonostante i tassi di interesse siano al minimo storico. Avete mai provato a presentarvi in banca dicendo questo? La risposta è sempre quella, ma voi pagate con l’euribor a tre mesi, dovete aspettare questi tre mesi per vedere qualche miglioramento. E quando il tempo passa, allora la scusa è un’altra: è vero che i tassi sono diminuiti, ma le banche aumentano lo spread: la sostanza è che non cambia un’accidente.
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