Piani di rientro bancari: interviene anche la Corte di Cassazione

Nell’attuale stato dell’economia, non esiste azienda, neppure la più sana (se non le più grandi troppo esposte), che non abbia ricevuto una richiesta di rientro da un affidamento bancario.

Normalmente il piano di rientro è il seguito di una bella raccomandata intimidatoria di ingiunzione di pagamento ricevuta dalla banca che, autocertificandosi un credito (che ora sappiamo deve essere dimostrato secondo la Corte di Cassazione con le scritture contabili bancarie), ne chiede l’immediata solvibilità.

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Banche usuraie ed i decreti ingiuntivi: cronaca di una vicenda straziante.

 

BANCHE USURAIE: siamo al punto in cui ogni giorno si sente l’affiancamento di questi termini.

Quando ho cominciato ad occuparmene io, fior di commercialisti e di avvocati mi ridevano in faccia: ma dai Rossella, le banche non sanno neppure cosa sia l’usura.

Quanto avrei voluto aver torto.

Al contrario, purtroppo, la cronaca recente dimostra che non solo le banche praticano usura, persino su conti in attivo, ma lo fanno sistematicamente da decenni. E oltre.

La Procura di Trani, alla quale va tutta la mia stima ed ammirazione, è la prima che apre fascicoli su fascicoli contro i CDA bancari proprio per queste tematiche, mettendo sotto inchiesta anche l’Ufficio Vigilanza di Banca d’Italia, ovvero chi dovrebbe controllare che non venga applicata usura, per collusione.

Del resto, tutti sappiamo che non è più un’Istituzione pubblica ma privata, i cui maggiori azionisti sono propri i più grandi gruppi bancari: un po’ come mettere un pedofilo a controllare un asilo.

Questa la devo dire, perchè sembra uscita da un comico di Zelig: l’Ufficio Vigilanza si sta difendendo dicendo, si, è vero che le banche sono usuraie, ma trattasi di un problema di software.

Come se tutte usassero lo stesso. Lo stesso metodo si, studiato a tavolino perfettamente per RUBARE denaro a gente onesta, che ha sempre riposto fiducia incondizionata verso gli Istituti di Credito, sbagliando.

Allora, capiamo bene come operano queste associazioni a delinquere legalizzate: prima spingono all’indebitamento, concedendo linee di credito a prescindere dal merito creditizio, applicando tassi che neppure il peggiore strozzino utilizza.

Fino a che il gioco regge, continuano indisturbate a sottrarre indebitamente i vostri soldi. Poi il giochino si spezza, perchè Basilea 2 impone che per ogni euro prestato ci sia un accantonamento a capitale. Questo toglie loro liquidità ed impedisce le speculazioni peggiori sui mercati finanziari, nonostante il supporto continuo di BCE e l’evasione fiscale assolutamente appurata.

Allora la banca cosa fa?

Semplice.

Manda una lettera dove ti scrive che recede dal contratto, cosa che non sempre può fare con tanta tranquillità, ma di questo parlerò in altro articolo, ed impone il rientro chi in un giorno, chi un tre, chi fino ad un massimo di quindici giorni: del resto, lo sancisce il Codice Civile. In Italia si pensa a riformare il Senato, non certo a queste “bazzecole”.

Questa lettera ha un solo obiettivo: incutere terrore, perchè solo così si riesce a soggiogare le persone.

Normalmente il passaggio successivo è la definizione di un piano di rientro.

Ma esistono banche che saltano questo passaggio, si fanno autocertificare il credito da un notaio, assolutamente di parte, e con quello chiedono in Tribunale l’emanazione di un Decreto Ingiuntivo immediatamente esecutivo.

Sappiate che anche se immediatamente esecutivo si può opporre entro 40 giorni.

Ma andiamo avanti.

Le banche più bastarde, ottengono il D.I. immediatamente esecutivo, ma lo fanno notificare insieme al pignoramento: e qui scatta il panico.

Anche in questo caso ci si può opporre, ma nessuno lo sa, pertanto subisce il pignoramento passivamente.

Accade che una banca, la BANCA POPOLARE DI SONDRIO, è solita utilizzare questo metodo, sfruttando l’ignoranza delle persone.

E così un pensionato, che fece da garante alla figlia per un’attività poi fallita, che ha saldato per la figlia due finanziamenti risultati usurati a livelli altissimi, subisce un pignoramento per un residuo di un conto corrente affidato, anche questo pignorato.

La banca, a fronte di un ipotetico residuo di circa 60.000 €, ipotetico perchè la somma usurata è più alta, quindi si passa da debitori a creditori, temendo che a fronte dell’informazione che sta finalmente girando, procede all’esecuzione mobiliare, che non va a buon fine perchè gravata da un mutuo ipotecario.

Ed allora, senza dire nulla, chiede al Tribunale il pignoramento del conto corrente di questo pensionato, cointestato alla moglie. La banca che riceve il provvedimento blocca tutto, nonostante il Decreto del Fare lo impedisca, poichè l’unico reddito è una pensione che non supera i 2000 €, peraltro gravata da una cessione del quinto.

Essendo cointestato, la banca dove si trova il conto corrente dovrebbe per legge liberare almeno il 50%, ma si rifiuta. Ci si rivolge alle Forze dell’Ordine: non muovono un dito.

Il pensionato decide di farla finita, perchè anche l’Inps gli comunica che per spostare l’accredito della sua pensione sul conto pignorato, ci vogliono almeno due mesi: l’udienza è fissata a novembre, a quel tempo il Giudice di sicuro libererà il 50% del conto corrente e si farà opposizione con domanda riconvenzionale, chiedendo tutti i danni possibili ed immaginabili.

Già, perchè il pensionato è diabetico, ha problemi di cuore, di pressione ed è stato male per questa situazione, per la quale NESSUNO gli ha dato comunicazione preventiva.

Ieri ho coinvolto la rete, ed i miei “Amici Virtuali” si sono dimostrati più che reali, bombardando di telefonate la filiale ed addirittura presentandosi di persona per manifestare.

Ma non c’è stato nulla da fare.

Questa persona non ha un centesimo in tasca, non sa più di che vivere e dovrà aspettare fino a novembre per vedersi riconosciuti i suoi diritti. Anzi no, per dare inizio all’azione di riconoscimento.

Eccome come si comportano le banche.

Colluse con mafia, protette da europa e governanti, con tribunali che non controllano neppure se è vero quello che si autocertificano o meno, speculano sulle vite di persone oneste, meglio se anziane perchè sanno che non si difendono.

Noi non molliamo. Daremo tutto il nostro supporto a questa persona.

Vi prego di far girare il più possibile questa storia.

Perchè deve esserci una risonanza mediatica tale per cui il CDA della Banca Popolare di Sondrio venga messo TUTTO sotto inchiesta.

Scrivete alla Procura di Trani, a Striscia la Notizia, alle Iene a chi volete.

Ma salviamo questa persona.

Disperata a dir poco.

BANCHE MALEDETTE.

Vi consiglio di vedere questo video del Professor Giacinto Auriti, grandissimo esperto e precursore della tematica, purtroppo venuto a mancare troppo presto:

https://www.youtube.com/watch?v=ZTmHK7ThDNc

Banche: record di sofferenze. Ah si? Vediamo come le creano.

Oggi il Corriere esce con un trafiletto dove parla con grande superficialità del credito, pubblicando percentuali di raccolta di denaro delle banche dai privati che sento a credere (sveglia, esistono altri modi per mettere al sicuro i propri risparmi, piuttosto che darli nelle mani delle banche usuraie), ma soprattutto parlando dell’aumento delle sofferenze bancarie.

Le sofferenze bancarie sono segnalazioni fatte dalle banche stesse alla Banca d’Italia di società o comunque attività individuali o di privati, che non riescono a restituire il denaro avuto in prestito e quindi entrano in contenzioso. Da quel momento in poi, state certi che la banca farà tutto quanto in suo potere per riavere il proprio credito, anche arrivando a minacce di estorsione o di conseguenze indicibili, che ti buttano in uno stato di terrore.

Parlo per esperienza, ovviamente, e sfido chiunque a dire il contrario. Anche perchè finalmente avrei la possibilità di pubblicare i documenti con tanto di nomi delle banche e di come si comportano, senza aver paura di querele. Ma tanto prima o poi il mio libro lo finirò e lì ci sarà scritto tutto e tutto documentato.

L’aumento delle sofferenze bancarie è un chiaro segno dell’aumento della crisi, altro che della sua fine nel 2014, come dice balls of steel Letta.

Ma quale è il giro del fumo e perchè alle banche conviene averne tante a bilancio?

Supponiamo di avere un’azienda sana, che come il 99% delle aziende lavora con il credito bancario: si potrebbe dire che tanto sana non è , perchè ci dovrebbe essere un pari apporto di finanziamenti propri, ma in Italia, formata da microimprese, è sostanzialmente questa la situazione, considerando anche che gran parte dei guadagni li fagocita lo Stato con le tasse.

La banca, fino alla fine del 2011,  ti chiamava e spingeva  la delibera di nuovi crediti, ed analizzando i conti si capisce che l’usura che applicava era tale che avevano tutto l’interesse a fomentare l’indebitamento. Tu imprenditore, lusingato da tanta fiducia, accettavi ed investivi sempre di più nella tua attività, anche in immobilizzazioni non facilmente monetizzabili.

Poi però le banche iniziano a fare speculazioni esasperate, registrano perdite, si riempiono di titoli junk e soprattutto perdono liquidità, non riescono a ripatrimonializzarsi come chiedono gli accordi di Basilea 2.

Allora accade che il tuo direttore, che ti trattava a paccate sulle spalle, ti portava fuori a pranzo e faceva l’amicone, da un giorno all’altro ti telefona e ti dice: “senti, mi spiace, ma la direzione crediti ha chiesto il tuo rientro perchè siamo troppo esposti per la crisi, fosse per me, gli ho detto che persona sei, ma per loro sei solo un numero”.

“Scusa? Non ho ben capito, cosa vuol dire rientrare, in quanti anni?”

“Devi restituirci tutto entro 15 giorni al massimo, altrimenti vai in contenzioso”.

E senza darti nessuna spiegazione, appende il telefono. Dopo massimo tre giorni ti arriva la raccomandata della revoca di tutti gli affidamenti con l’intimazione di pagamento entro i 15 giorni. Chi ha possibilità, stabilisce un piano di rientro più lungo e dà garanzie reali, possibilmente titoli di Stato, chi invece non ha alcun tipo di alternativa, non paga, e diventa peggio di uno stupratore di bambini per la banca.

Cominciano le mail di minaccia, le telefonate ad ogni ora, le indimidazioni, addirittura i ricatti ed i tentativi di estorsione. L’imprenditore onesto crolla emotivamente, non capisce cosa sta succedendo, purtroppo qualcuno arriva anche ad uccidersi.

Nel 2012 le banche si sono comportate in questo modo con il 100% dei piccoli e medi imprenditori.

E si, perchè in Italia funziona così: più è grande l’esposizione con una banca e la possibilità di fallire, più la banca ti finanzia (si potrebbero fare elenchi lunghissimi, da Fiat, Air-One, Alitalia, Parmalat ecc ecc.) Ma se hai la sfortuna di appartenere alla piccola imprenditoria, cioè  a coloro che producono il pil italiano, allora per la banca sei solo un numero da macinare come tanti altri.

Il problema, così facendo, è che la banca si macchia anche di reati, quali l’interruzione abusiva del credito, oppure la concessione abusiva del credito ad aziende evidentemente decotte, e di tutti quanti qua sopra citati, ma porta l’imprenditore (o il privato che non riesce a pagare il mutuo) a vivere un clima di ANSIA ED ANGOSCIA, a sentirsi solo, impotente, PERCHE’ LO STATO LO LASCIA SOLO. Nessuno ha il coraggio di mettersi contro una banca, TRANNE LA SOTTOSCRITTA CHE NE HA DENUNCIATE SEI PER ACCERTATA USURA PENALE.

Si, lo Stato è connivente in questo massacro, le lobby bancarie e gli interessi economici che nascondono sono tali che lo Stato preferisce veder morire i propri cittadini piuttosto che intervenire, magari intascandosi qualche centinaia di milioni come contentino.

Comportandosi così, le banche hanno portato nella peggiore delle ipotesi al fallimento di un terzo delle piccole imprese italiane, nella migliore delle ipotesi alla segnalazione di sofferenza, che comunque significa che il sistema creditizio ti chiude le porte e sei destinato a fallire, con segnalazioni che resteranno per molto molto tempo.

Adesso vado oltre, e cerco di spiegare in parole povere perchè le banche, che non si fidano le une delle altre tanto che i depositi overnight presso la BCE sono enormi (le banche preferiscono depositare il raccolto notturno alla BCE che paga lo 0,95% di interesse piuttosto che prestarlo ad altro istituto che lo pagherebbe molto di più), che sono state coperte di liquidità dalla BCE in più tranche e quindi non dovrebbero avere problemi di bilancio e di concessione del credito, al contrario, quanto meno in Italia, stanno cercando di rientrare il più possibile, anche a costo di registrare perdite.

Gli accordi di Basilea 2 prevedono che per ogni euro prestato, la banca, per evitare un possibile fallimento, accantoni una percentuale calcolata proprio sulla base delle sofferenze avute. A te prestano 100.000 €, loro ne devono accantonare a riserva, e quindi non li possono più toccare, almeno 7.500 €. Per la legge dei grandi numeri, si arriva a cifre enormi, e le banche smettono così di fare il loro lavoro: dare credito.

Ecco perchè si parla tanto di ricapitalizzazione bancaria. L’enorme patrimonio delle banche è stato eroso negli anni da investimenti azzardati andati a finir male, anche se ritengo che se una banca riesce a formalizzare un saldo-stralcio con l’Agenzia delle Entrate per 200 milioni di Euro su un montante di tasse evase pari a dieci volte tanto, tutta questa mancanza di liquidità non c’è, ma chi sa dove va a finire?

Di certo, le banche rientrando di quanto prestato in tempi brevi, hanno minori obblighi di ricapitalizzazione. Inoltre le sofferenze messe a perdita a bilancio, permettono loro di diminuire notevolmente la base imponibile erariale.

Bene, questo è quanto è successo nel 2012: revoca degli affidamenti e dei mutui indiscriminata, il Governo salvabanche, la conseguente segnalazione a sofferenza bancaria.

E qualcuno ha ancora il coraggio di dirmi che la crisi è finita e che le banche non l’hanno acuita con un credit crunch selvaggio???

Bene, cari imprenditori, io ci sono passata ed è stato terribile. Vi capisco. In tutto.

E se vi chiama un direttore di banca, contattatemi. Vi aiuto io a mandarli affanculo, e a mettervi nelle condizioni di avere voi il coltello dalla parte del manico.

QUI, O SI CAMBIA L’ITALIA O SI MUORE.

….. SIAM PRONTI ALLA MORTE, L’ITALIA CHIAMO’…..

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