Perchè il popolo Italiano non reagisce contro le ingiustizie?

Il Popolo Italiano non reagisce a nulla.

E questo è talmente noto, non solo a chi ci governa, che se ne approfitta in ogni modo, ma anche all’estero, tanto da venire spesso definiti “Popolo Bue”.

Forse non ve ne siete resi conto, ma i complimenti sono ben altra cosa.

Ma è davvero un problema solo nostro, oppure esiste qualcosa insito nell’animo umano che porta ad una sorta di “impotenza appresa”? E’ possibile che gli italiani, non vedendo reazione concreta alcuna, possano decidere inconsciamente in massa di fare lo stesso?

Un caso famoso di impotenza appresa è quello dell’esperimento carcerario di Stanford di Philip Zimbardo. In questo esperimento, un gruppo di volontari venne diviso in due gruppi ai quali venne chiesto di immedesimarsi nelle parti rispettive di guardie e di prigionieri. Questo esperimento è stato fermato al 6º giorno a causa dei cambi eccessivi che si registrarono nelle personalità dei volontari. Le guardie si erano trasformate in sadici aguzzini, mentre i prigionieri si erano rassegnati a sopportare qualsiasi sopruso. Uno stato di rassegnazione e di impotenza era stato indotto. 

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In questo video, anch’esso ovviamente un esperimento all’insaputa degli alunni, la psicologa Charisse Nixon, provoca in meno di cinque minuti un sentimento diffuso di rassegnazione, tramite gli strumenti di angoscia e frustrazione.

Si sente sempre più spesso parlare di strumenti di manipolazione di massa: se pensiamo solo per un secondo al bombardamento mediatico al quale siamo sottoposti costantemente, non è così difficile comprendere in che maniera vengono utilizzati questi studi ed in che modo chi li usa ne trae vantaggi.

La sostanza è semplice: sottoponendo una persona ad una condizione costante di frustrazione ed angoscia, la si porta inevitabilmente a vivere apaticamente, inducendola a credere di non poter far nulla per poter cambiare quanto sta vivendo.

Ora, pensiamo al caso Italia.

I mass media diffondono notizie falsificate quotidianamente e ripetutamente, prima danno false speranze, in seguito puntualmente le disattendono.

Nei cittadini questo provoca un senso di avvilimento tale per cui il lamento è l’unica valvola di sfogo, amplificato da qualche contentino tipo il calcio o qualche passione similare, prontamente messa in evidenza dagli stessi strumenti di comunicazione.

L’informazione, quella reale, la si trova in rete, ma chiediamoci, quanti la seguono concretamente, considerando per di più che in Italia esiste ancora una percentuale di circa il 12% di analfabetismo? Il solo pensiero fa rabbrividire. Ma è la realtà che emerge statisticamente dall’ultimo censimento.

Pensate solo a Beppe Grillo ed al suo movimento che è nato in rete. Le cosiddette “parlamentarie”, cioè la scelta dei candidati da proporre alle politiche, sono state votate da poco più di 20.000 persone, che hanno scelto i nomi dei candidati che con il 25% ci rappresentano in Parlamento, magari senza averne minima preparazione.

Certo, questo è un momento di fermento dei cittadini, esasperati, sfiniti, senza lavoro, alle prese con problemi economici che mai fino ad ora sono stati percepiti in modo così devastante.

Nascono come funghi gruppi, associazioni, movimenti e chi più ne ha più ne metta, manifestazioni in piazza. Tutte disgregate. Nessun unione, tanti personalismi. Risultati pratici pervenuti: zero.

Così la convinzione che non esista via di uscita cresce, proporzionalmente con il crescere della percentuale degli astenuti al voto.

Di fronte a questo schema

 

se i fattori più alti non fossero italiani ma ad esempio spagnoli, assisteremmo ad una discesa in piazza e ad una reazione di Popolo immensa: ne abbiamo avuto prova con gli indignados per mesi.

Invece noi ci facciamo rimbambire dalla marchetta degli 80 €, senza neppure renderci conto che quello che ci viene dato, ci viene tolto tre volte tanto in mille modi diversi.

Cos’hanno gli Spagnoli più di noi? Vivono una situazione peggiore della nostra, forse è questo il motivo? O forse, non avendo una posizione strategica come l’Italia, un patrimonio che fa gola a troppi come l’Italia, vengono semplicemente bersagliati meno e sono più liberi di pensare con la propria testa, coscientemente?

 

E’ ovvio.

Esattamente come esiste la possibilità di creare nelle menti delle persone questa “impotenza appresa”, esiste l’esatto contrario: l’ottimismo indotto.

Gli studi di Martin Seligman lo portarono a formulare nuove teorie sulla psicologia positiva e su come vivere più felici. La psicologia positiva, si occupa di studiare, con l’investigazione scientifica, quei processi che sono alla base delle emozioni e delle qualità positive dell’essere umano.

Uno strumento in aiuto dei “pessimisti”, che se vengono indirizzati a riprendere fiducia in se stessi, possono uscire dallo stato di rassegnazione e riappropriarsi della propria felicità. È un pò come quando nasce un bambino che, al momento della nascita è totalmente impotente ma, crescendo acquisisce sempre più fiducia in se stesso perdendo poco a poco l’impotenza.

Quindi, primo passo: mettiamoci in testa che siamo esseri umani PENSANTI, non oggetti da programmare.

Impariamo a ragionare, a chiederci il perchè di tutto quello che ci accade, proprio come fanno i bambini che in questo modo apprendono come spugne.

Secondo passo: allontananiamoci dalla sorgente primaria di angoscia e frustrazione, eliminando fisicamente quelle fonti che minano l’autostima. Per essere informati non c’è bisogno di possedere una televisione!

Terzo passo: riavviciniamoci alla natura. L’essere umano è fondamentalmente ottimista e se non viene influenzato dall’esterno è capace di creare pace e benessere attorno a se.

Sa vivere in simbiosi con gli altri esseri viventi di questo pianeta e di produrre cibo in abbondanza per il benessere di tutti.

Dobbiamo rompere quelle logiche e quegli schemi sociali che ci sono stati propinati per farci vivere in uno stato di frustrazione perenne.

Il capitalismo ed i suoi strumenti non funzionano e i suicidi in costante aumento ne sono la prova!

Infine, cambiare il chip. Passare dalla competizione per il profitto personale, alla cooperazione per il benessere della comunità.

Credo assolutamente impossibile contrastare quei poteri organizzati che hanno inventato la crisi economica, se prima non smettiamo di combatterci tra noi.

Mentre ci scontriamo tra di noi, l’unica cosa evidente a qualsiasi attento osservatore è che le logiche capitaliste e il profitto economico sono contro l’umanità intera e che la globalizzazione distrugge la vita, in tutte le sue forme, su tutto il pianeta.

Informati, organizzati e cambia il chip, perchè nonostante tutte le bugie che ti raccontano, solo pochi passi ti separano dal benessere e da una vita felice.

 

 

 

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Una risposta a “Perchè il popolo Italiano non reagisce contro le ingiustizie?”

  1. Son tentato a porre in rilievo un concetto che così definisco
    Dei Vice Vice Vice Re o dei Peones tartassati!
    Per necessità qui m’esprimerò per flash, quindi scusate salti di pensiero che appaion slegati-
    Sono del parere che in un organismo biologico inteso vivente, nella comunità del termine, la psicologia possa essere primitiva cosciente nelle scelte, secondaria cosciente e soggiacere a interessi inconfessati, ma anche avvenire come processo inconscio o se preferite appercettivo.
    Ovvio che non esiste, per mio pensiero, una stringa obbligata di evoluzione dei fenomeni psico fisici, o se esiste a me non è chiaro. Riterrei, però, che gran parte dei fenomeni soggiaciano a interessi che scaturiscono da un’intelligenza plastica che antepone o pospone gli accadimenti che son di pertinenza del soggetto, ciò sia nel singolo, sia come sommatoria di particolari che s’incasellano nel collettivo. Non m’impelago a dimostrare come il particolare si fonda con il collettivo e viceversa, ma richiamo alla mente la catena del comando, concetto che qui non dimostro nella sua genesi e nel suo divenire. Catena che incide nella società facendo sì che il Potere paia dissolversi in mille rigagnoli d’interessi particolari pur restando sempre uguale a se stesso, e sommarsi procedendo verso il vertice della piramide di Maslow! [http://kiriosomega.wordpress.com/2009/09/21/1-psicologia-bisognonecessita/]
    E’ proprio la catena del Potere, di cui tutti facciam parte considerando che sempre penseremo d’aver inferiori, che ci porta a comportarci secondo le idee archetipali di
    auto stima
    concetto appartenenza
    bisogno di realizzazione
    Solo dalla rottura soggettiva/traumatica di queste queste tre idee emergerebbe la ribellione sociale che si abbina, sempre a mio giudizio, a profonde carenze di necessità o insufficienze biologiche.
    ————————————-
    1) Elaborazione “PRODUTTIVA”. In questa condizione il potere non si limita a negare e approvare, bensì s’adopra nel pilotare la società verso la realizzazione di conoscenze che gli consentono d’auto alimentarsi e riprodursi.

    2) Programmazione “OPPRIMENTE”. Questa fase è lo strumento di dominio che il potere manifesta e esercita attraverso leggi, apparati polizieschi e giudiziari che lo tutelano in cambio di loro protezione e guadagno.

    3) Pianificazione “SCAMBISTA”. Il potere, tutelando se stesso, crea un mutuo accordo tra governanti che di volta in volta si scambiano benefici, prestazioni e servizi in cambio d’obbedienza e consenso che diviene un reale mutuo soccorso tra i “nuovi baroni e baronie”.

    Proposta-

    Qualunque via intrapresa può condurre a governi forti o deboli, dittatoriali, socialisti, democratici, liberisti…

    Unica possibilità dei cittadini per tentare di sfuggire al “summa lex summa iniuria”, a mio avviso consisterebbe nel formare una repubblica presidenziale vera in cui alla decadenza del mandato, di chi si trova in carica, la possibilità di rielezione è abolita per aver già rivestito incarichi pubblici.

    Inoltre, per impedire a forti gruppi economici d’imporre i loro veti, è necessario che tutti quelli che assumono il compito di gestire la “res pubblica” devono dimostrare di possedere doti intellettive, culturali e sociali “super partes”, per esempio tramite la somministrazione di test psico attitudinali a tutti gli studenti durante l’ultimo anno di frequenza della scuola superiore.

    E’ altrettanto fondamentale che sia abbandonato il liberismo mercantile, e che s’impedisca alle aziende di crescere, in forza economica, in misura maggiore o similare a quella statale, ciò perché diverrebbero ricattatorie nei confronti della società e dei governi.

    kiriosomega

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