La Corte Costituzionale fa vacillare Equitalia e milioni di cartelle esattoriali

ORA PRO NOBIS.

Ci siamo. Ormai è questione di poco. I giorni che verranno decideranno la sorte di migliaia di avvisi di pagamento inviati dall’Agenzia delle Entrate e, di conseguenza, delle relative cartelle esattoriali emesse da Equitalia a seguito del mancato pagamento dei primi. Perché il famoso scandalo, evidenziato a tutti dalla sentenza del Consiglio di Stato [1], secondo cui ben 767 funzionari (su un totale di 1.143: più della metà!) dell’Agenzia delle Entrate avrebbe acquisito la carica di dirigente senza un pubblico concorso, e quindi avrebbe firmato gli atti fiscali senza averne i poteri, è finalmente giunto al suo capitolo conclusivo: la sentenza della Corte Costituzionale da tutti tanto attesa per stabilire il destino di case, conti correnti, pensioni e stipendi.

Ma facciamo un passo indietro per capire cosa è successo un anno e mezzo fa circa.

Detto in estrema sintesi, per supplire alla carenza di organico dirigenziale, l’Agenzia delle Entrate, qualche anno fa, aveva deciso di “promuovere” alla qualifica di dirigente ben 767 funzionari, senza prima averli sottoposti a un concorso pubblico, per come invece prescrive la nostra Costituzione (“agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso” [2]).

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Cassazione: se la cartella di pagamento è inviata a mezzo raccomandata Equitalia ha l’onere di dimostrare il contenuto del plico

Con sentenza n. 2625 dell’ 11 febbraio 2015, la Corte di Cassazione ha riconosciuto maggiori tutele al contribuente nel procedimento di riscossione notificato a mezzo posta.

La sezione Tributaria della Corte, infatti, ha accolto il ricorso di un cittadino al quale era stato notificato da Equitalia, a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, un plico che avrebbe dovuto contenere una cartella di pagamento.
 
Il contribuente però contestava il contenuto del plico ricevuto asserendo che nella busta non fosse presente la cartella di pagamento.
Prima della decisione della Suprema Corte, i giudici di merito avevano dato torto al contribuente affermando che la spedizione effettuata dal concessionario avrebbe offerto sufficienti garanzie facendo anche rilevare che “l’estratto di cartella depositato conteneva un elenco di codici e numeri corrispondenti a quelli richiesti nell’originaria cartella”.
Di diverso avviso i Giudici di Piazza Cavour secondo cui invece spetta al mittente (e quindi a Equitalia) dimostrare il contenuto della busta spedita a mezzo raccomandata.

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Ipoteca Equitalia: quando è nulla e si può impugnare

State tranquilli: un’ipoteca di Equitalia (anche sulla prima casa) non vi piomberà mai, di punto in bianco, senza avervi dato la possibilità di difendervi preventivamente (se ciò dovesse avvenire, del resto, la misura cautelare sarebbe nulla e potrebbe essere facilmente impugnata). 

Infatti, l’Agente per la riscossione deve rispettare un procedimento particolarmente complesso e lungo che cercheremo di sintetizzarvi nei seguenti punti, di recente confermati da una sentenza della Commissione Tributaria Regionale di Catanzaro [1].

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