AGGIO INCOSTITUZIONALE

 

Da maggio dello scorso anno si attendeva con ansia la pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione sollevata sulla costituzionalità dell’AGGIO applicata da Equitalia.

Purtroppo la Suprema Corte decise che era meglio non intaccare un iniquo e truffaldino sistema fiscale, tutto ai danni dei cittadini, per non creare problemi alle casse di un altrettanto vergognosamente ladro sistema pubblico di Governo, che si affrettò, pochi giorni prima della sentenza, nella figura del ministro Padoan, a sottolineare come una dichiarazione favorevole avrebbe comportato gravi problemi di bilancio.

Meglio evitare un buco di 2,5 miliardi di euro che fare Giustizia, vero?

E così, l’AGGIO non fu dichiarato anticostituzionale e tutto andò avanti per la sua strada.

Per capire invece la rivoluzione che è successa due giorni fa (ho atteso la pubblicazione ufficiale della Commissione Tributaria per darne notizia), facciamo un passo indietro: cos’è l’aggio e perchè è anticostituzionale?

L’aggio integra il tributo iscritto a ruolo, è una misura finanziaria che va ad aggiungersi al totale delle somme che il contribuente è tenuto a pagare. L’aggio viene corrisposto agli enti di riscossione (come Equitalia) per sopperire al rischio che il contribuente non paghi e, in caso di inadempimento, si devono mettere in atto procedure esecutive (pignoramenti, ipoteche, sequestri, fermi, fallimenti, ecc.).

Ma è davvero così?

In realtà, nel passato, quando non esisteva Equitalia, gli Enti di Riscossione dovevano anticipare allo Stato parte di quello che sarebbero andati a riscuotere in futuro, pertanto l’AGGIO aveva il significato di “remunerare questo rischio d’impresa”.

OGGI EQUITALIA NON ANTICIPA NULLA AL FISCO.

Pertanto è diventato un importo che si aggiunge alla già esosa cartella esattoriale: a intascare questa somma non è però l’erario pubblico, ma Equitalia, a titolo di compenso per la propria attività di riscossione. Inoltre, a pagare questo corrispettivo non è lo Stato, vero beneficiario del servizio, ma il debitore, ossia il cittadino. Il contribuente, in pratica, deve obbligatoriamente versare, oltre alle imposte, sanzioni e interessi, una percentuale a Equitalia per il suo intervento di “recupero crediti”

E’ una misura che è arrivata ad incidere fino al 9% dell’intero importo della cartella (a cui vanno aggiunti interessi, sanzioni, costi di notifica etc), per scendere all’8% ed ora con la legge di stabilità 2016 dovrebbe arrivare al 6%.

Ma perchè questo balzello è tanto odiato?

Innanzitutto perchè viene considerato sull’intero importo della cartella, interessi e sanzioni comprese: eh si, poichè è nato come un costo di natura tributaria, è possibile che possa avere come base di calcolo non solo il debito capitale dovuto al fisco, ma anche ogni onere aggiunto, compreso gli interessi di mora? E’ evidente che gli importi crescono esponenzialmente ed in poco tempo.

Se poi si considera che Equitalia è di proprietà per metà di Inps e per metà dell’Agenzia delle Entrate, ditemi voi se non sentite una “leggera” presa per i fondelli nel dover pagare costi su costi che vanno sempre a finire nelle stesse tasche?

Persino Equitalia si vergogna e non chiarisce il suo significato. Sul sito ufficiale, digitando la key di ricerca “aggio”, esce questa pagina che se ne guarda bene dal parlarne!

(vi consiglio vivamente l’attenta lettura di questo articolo e di questo, giusto per indicarvene alcuni, in questo blog ci sono una marea di articoli contro Equitalia, è sufficiente fare una ricerca per trovarli tutti)

L’aggio viene calcolato a prescindere dagli effettivi costi di riscossione. Per esempio, per il solo fatto di aver spedito una cartella esattoriale di mille euro, Equitalia carica sul contribuente un ulteriore importo di 45 euro (che sale a 80 se pagata dopo 60 giorni): un importo, di certo, superiore al costo di stampa del plico e delle spese postali per la raccomandata. Peraltro, questa cifra cresce al crescere della stessa cartella, in modo quindi del tutto indipendente dagli oneri reali sostenuti da Equitalia. Così, su una cartella di 10mila euro, l’aggio è, nei primi 60 giorni, di 450 euro per poi passare a 800 euro. Insomma, la sensazione che si dà al cittadino è quella di un interesse privato su un’attività di carattere invece pubblico (la riscossione esattoriale), una sorta di compenso come un tempo era dovuto agli scagnozzi di quartiere che gestivano il “recupero crediti” dello strozzinaggio. 

Ma adesso una chicca, che ben pochi conoscono o di cui si ricordano.

L’aggio esattoriale del 9% (diminuito all’8%)  che viene riconosciuto a Equitalia costituisce un palese irragionevole e ingiustificato arricchimento. L’Aggio esattoriale in misura percentuale nel 1993 fu dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale , relativamente all’esattoria siciliana gestita dai fratelli Salvo.

L’Esattoria Siciliana incassava il 10% come aggio, La Corte Costituzionale intervenne e ritenne la norma un irragionevole arricchimento, in quanto l’esattore vuoi notificava una cartella da 100 euro, vuoi notificava una cartella da un milione di euro, il costo del servizio era sempre lo stesso. Vi sembra normale che Equitalia per notificare una cartella di 1.000.000,00 di euro incassa 80.000,00 euro?

La Corte Costituzionale ha stabilito che bisogna garantire l’effettivo ancoraggio della remunerazione al costo del servizio; contemporaneamente impedendo, per un verso, che, in caso di iscrizione di tributi di importo eccessivamente limitato la misura percentuale del compenso scenda al di sotto del livello minimo di remunerazione del servizio e, per converso, che, in caso di iscrizione di tributi di ammontare elevato il compenso stesso salga notevolmente al di sopra della predetta soglia di copertura del costo della procedura.

Corte Costituzionale sentenza n. 480 del 30/12/1993

Quindi, secondo la Corte Costituzionale, non c’è irragionevolezza quando l’aggio viene contenuto in un importo minimo e massimo che non superi di molto la soglia di copertura del costo della procedura, ma nel caso concreto la soglia è superata all’ennesima potenza.

Attualmente Equitalia prende l’ 8% ben 2 punti percentuale meno dell’esattoria siciliana dell’epoca.

Inoltre il diritto comunitario vieta gli aiuti di Stato alle aziende statali come avviene con l’aggio di Equitalia e con il canone Rai, ma nessuno parla, perché tardare a dichiarare illegittime queste norme significare incassare quanto più e possibile.

A oltrepassare ogni limite di decenza oggi c’è l’accertamento impoesattivo, ossia l’accertamento che è contemporaneamente anche cartella, trascorsi 60 giorni Equitalia incassa il 8% di aggio, ma per aver fatto cosa?

Riporto una parte Dal libro “Storia della Mafia” scritto dal prof. Giuseppe Carlo Marino, all’epoca docente di Storia Contemporanea all’Università di Palermo edizioni Newton del 1997 alla pagine 67 capitolo “La lunga stagione della Mafia democristiana” nel sostenere la collusione Politica / mafia testuale << Nell’intreccio di violenza, corruzione e malaffare i vari poteri mafiosi, dai diversi centri istituzionali, si alimentavano con reciprochi scambi di favori. Dalla Regione Sicilia le esattorie dei Salvo-Cambria, sulle operazioni di riscossione delle imposte, riuscivano ad ottenere l’INCREDIBILE aggio del 10% ed erano poi, ovviamente, assai generose con gli “amici>>.

Alla luce di ciò, mi chiedo : Se il 10% di aggio che la regione Sicilia riconosceva ai concessionari rappresenta un elemento del connubio poteri istituzionali/mafia, che cosa rappresenta l’ 8% di aggio che lo Stato Italiano riconosce ad Equitalia???

E’ possibile che questa sentenza sia stata dimenticata?

FORSE NO, FINALMENTE.

SEGNATEVI QUESTA DATA, PERCHE’ E’ DA OGGI CHE POSSIAMO FARE RICORSO PER FARE ANNULLARE LE CARTELLE ESATTORIALI CHE CONTENGONO AGGIO, OVVERO IL 100%

La Commissione tributaria regionale di Milano, con la sentenza n. 5454/29/15.
INCOSTITUZIONALE l’aggio applicato da Equitalia S.p.A. in quanto contrario all’art. 53 della Costituzione.
(Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività)
La Commissione tributaria regionale di Milano:
“L’aggio all’interno della cartella esattoriale potrebbe configurarsi senza alcun dubbio come aiuto di stato nei confronti di un impresa italiana (quale è Equitalia) e, come tale, contrario alle norme comunitarie.”

Io non so quanto questa sentenza sia legata alla precedente sentenza della Corte Costituzionale che in molti, troppi, fingono che non sia mai stata emessa.

Ciò non toglie che rappresenta pari pari quello che ho appena descritto: incostituzionale per non proporzionalità, non consentita perchè aiuto di Stato ad azienda contraria ai dettami comunitari.

Bè, si vuole iniziare con i ricorsi o no???

 

 

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