Eppure dovrei essere contenta…

Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più.

Massimo Gramellini, Fai bei sogni, 2012

Già.

Ho cominciato un nuovo lavoro, continuo ad avere proposte, inimmaginabile per me fino a poco tempo fa. Mi trovo addirittura nella posizione di poter scegliere, e mai ci avrei creduto, per me il fallimento è stato un fallimento emotivo, totale, arrivato in un momento pesantissimo, e siamo ancora solo agli inizi.

Chissà se avrò la forza di andare avanti e di lottare per i miei diritti.

Dovrei essere contenta, perchè sta finalmente definendosi l’associazione che impedirà a chiunque di togliersi la vita per le banche o Equitalia.

Dopo tanto soffire, dovrebbe iniziare la risalita.

Eppure.

No.

Evidentemente a me non è dato di stare tranquilla e di vivere serena, senza chiedere chissà cosa.

Il mio destino è la sofferenza.

Causata da chi non riconosce la tua malattia, da chi non ti rispetta come persona, da chi ti insulta difendendo invece chi è il colpevole.

Questa notte ho pianto, tanto.

E credo che devo fare l’ultimo passo, il più doloroso, nella speranza di non colpire nuovamente mia figlia.

Perchè chi ti ama davvero, non permette che tu pianga una notte intera, sentendoti stare male, senza muovere un dito. Chi ti ama davvero, non permette di vivere sulle spalle della sua famiglia, e quando sei in crisi, urla come un pazzo, completamente trasfigurato, tale da farti paura.

Dieci anni fa io feci un grande errore: poichè la mia famiglia non vedeva di buon occhio uno straniero al mio fianco, io lo presentai sopravvalutandolo come uomo, mentre era una persona normalissima. Ed ora è diventato intoccabile, la bestia sono io.

Va bene. Disposta ad accettare anche questo. Ma io mi alzo alla mattina e vado a lavorare a piedi al buio e al freddo, senza che nessuno mi aiuti, chi mi dovrebbe amare e invece lo fa solo a parole, sta a letto al caldo e si crogiola sulla compassione di chi gli sta attorno.

Si.

Questo sarà lo scalino più duro da salire, ma per mia figlia, che non voglio più sentire come ieri sera, lo devo fare. Costi quel che costi. Io la mia vita l’ho avuta, devo pensare a lei.

Non credo più ai cambiamenti a parole, seguiti da fatti inenarrabili.

E finite di scendere, lacrime di merda.

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