Ebola.

In Italia non se ne sentiva parlare da decenni, ma ora, grazie alla politica allucinante di completa apertura delle frontiere, specie verso gli emigrati africani, il pericolo di un’epidemia nel nostro Paese, al punto che il Ministero della Sanità ha lanciato un allarme ufficiale.

Con una circolare del 4 aprile, il Ministero della Sanità ha comunicato l’attivazione di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La nota è stata inviata all’Enac, alla Farnesina, a tutte le regioni ed alla Croce Rossa Italiana. Per la prima volta, dal 1970 ad oggi, la nota dell’allarme è stata trasmessa anche al Ministero della Difesa.

Il dato che preoccupa maggiormente gli scienziati è il tempo di incubazione del virus che varia dai 2 a i 21 giorni per la trasmissione a contatto con sangue e secrezioni, ed arriva sino ai 49 giorni per contagio derivante dallo sperma.

Nella circolare il Ministero fa chiaro riferimento alla necessità di controlli accurati verso il numero impressionante di immigrati che proprio in questi giorni si sta riversando a Lampedusa, grazie alle decisioni scellerate del Ministro degli Interni Alfano.

Nelle ultime 72 ore infatti, a Lampedusa si è registrata la più grande ondata migratoria a partire dal 2011, quando nell’isola delle Pelagie arrivarono più di 50 mila migranti. Con il centro chiuso per lavori di ristrutturazione, i migranti intercettati dalla pattuglie navali di “Mare Nostrum” – il programma della marina Militare per contrastare gli sbarchi – vengono trasferiti sulla terraferma o restano in attesa sulla banchina del porto di Lampedusa, in condizioni igieniche disastrose.

Ma cosa causa questa epidemia di Ebola, che secondo Medici Senza Frontiere potrebbe durare almeno per quattro mesi?

Il 22 marzo 2014 è confermata la notizia di una epidemia di ebola in Giunea, che ha in brevissimo tempo raggiunto la capitale Conakry; la gravità e l’estensione del contagio ha indotto l’Europa prima (che ha inviato anche un team di specialisti dell’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma) e poi gli Stati Uniti (che hanno inviato un team di specialisti dell’Istituto malattie infettive di Atlanta-Georgia) a intervenire per arginare l’infezione.

L’Ebola è un virus che causa febbre emorragica che nel 90 per cento dei casi si rivela essere letale. L’ebola appartiene alla famiglia dei Filovirus e ancora non sono state trovate cure o vaccini efficaci contro questo virus. I primi sintomi che si possono riscontrare sono il vomito, la diarrea, senso di malessere generale e può, in molti casi, provocare emorragie interne ed esterne.

I sintomi della malattia sono molto variabili da persona a persona, compaiono solitamente in modo improvviso e sono difficili da individuare a causa della loro somiglianza con quelli di infezioni meno gravi come, per esempio, malaria o influenza.

Dopo un periodo di incubazione di 4-16 giorni, inizano a comparire febbre alta, brividi, inappetenza, vertigini, nausea e dolori addominali. Le condizioni del paziente peggiorano con la comparsa di forte diarrea, vomito, eruzioni cutanee e ulcere.

Gli organi interni, soprattutto reni e fegato, vengono sfruttati dal virus per moltiplicarsi e, in brevissimo tempo, si disintegrano causando estese emorragie interne. Capillari, vene e arterie si rompono provocando la comparsa di estesi lividi bluastri e petecchie.

Nelle ore che precedono la morte, che può verificarsi dai 6 ai 20 gioni dopo il contagio, il paziente ha fortissime perdite ematiche da occhi, bocca, naso, orecchie e ano (da qui il nome di febbre emorragica).

Ma ecco l’aspetto più angosciante: al momento non esistono vaccini o cure contro l’ebola, e questo la rende l’arma perfetta per il bioterrorismo.

Nel 2002, Luciana Borio, docente del Johns Hopkins Center for Civilian Biodefense Strategies: ”Un’epidemia di Ebola avrebbe un impatto fortissimo nella nostra società , sia per l’elevata mortalità  sia per l’assoluta mancanza di cure. Certo e’ impossibile predire con quale probabilità questi virus potrebbero essere utilizzati in attacchi biologici. Ma sappiamo che non e’ affatto impossibile trasformarli in armi. Per questo abbiamo l’obbligo di prepararci”.

L’ebola può diventare la nuova peste dei nostri giorni.

Non sarebbe quindi il caso di chiudere le frontiere e proteggere la salute dei cittadini, piuttosto che sollecitare la migrazione, con il solo scopo di ampliare il bacino di voti?

Quando i nostri politici la smetteranno di giocare sulla nostra pelle?

 

 

 

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4 Risposte a “Ebola.”

  1. Hanno trovato il modo di eliminarci, tanto ormai gli italiani sono di troppo per molte persone, compresi i politici nostrani. Siccome siamo stufi delle loro malefatte e non andiamo più a votare, facciamo entrare migliaia di persone con la scusa dell’accoglienza indiscriminata e del buonismo impostoci dalla Ue, dal Vaticano e da tutti quei partiti che pensano che più siamo meglio stiamo. Così tra queste orde di stranieri potrebbero annidarsi non solo terroristi ma anche portatori del terribile virus. Penso che continuando così scompariremo dalla faccia della terra, speriamo insieme a coloro che hanno voluto questo disastro!

  2. l’immigrazione non l’hanno inventata i politici. i virus esistono sulla terra da prima che l’uomo vi mettesse piede. l’uomo deve trovare il modo di vivere in simbiosi con i virus; certo ci sono stati periodi in cui questo equilibrio si è rotto , ma chi ha studiato la biologia sa che se c’è qualcosa che puo’ distruggere il genere umano, quello non è un virus, nè nessun altro essere vivente.

  3. vero… ma i politici hanno inventato l’apertura delle frontiere senza controllo per recuperare qualche misero voto.

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