Donne: ha ancora senso?

l’usanza di regalare mimose è solo italiana. A decidere il fiore-simbolo delle lotte per la parità è stata, nel ’46, un’assemblea dell’Udi, Unione donne italiane. La decisione fu messa ai voti (in lizza c’erano, oltre alla mimosa, anemoni e garofani che si guadagnarono il secondo e terzo posto): vinse la mimosa perché era un fiore economico, l’unico che sboccia a marzo, quasi ‘selvaggio’ in molte parti d’Italia e che il business dietro questa “festa” ha reso costosissimo.

Per quante donne l’8 marzo ha un vero significato o per quante è la scusa per uscire a fare bagordi magari buttandoci nel mezzo uno spogliarellista?

In realtà anche la storia che crediamo all’origine di tale festa sembrerebbe non vera.

“Secondo la leggenda, infatti, agli inizi del marzo 1908 le operaie della Cotton, un’industria tessile di New York, iniziarono a scioperare contro le loro disumane condizioni lavorative e lo sciopero durò fino a quando, l’8 marzo, il proprietario della fabbrica, un certo Johnson, dopo averle rinchiuse in essa, barricò tutte le uscite. Poco dopo divampò un incendio, forse appiccato dallo stesso proprietario, in cui persero la vita 126 operaie. Ma dalla visita del Museum of the city of New York, situato nell’Upper East Side, al numero 1220 di Fifth Avenue, le cose evidentemente andarono diversamente. Passando in rassegna tutti gli incendi che devastarono la città (es. il Great Fire che nel 1835 distrusse 700 edifici; quello del 1876, in un teatro di Brooklyn, che provocò 300 morti), non ci sono tracce dell’incendio della Cotton, mentre sono presenti immagini sconvolgenti dell’incendio divampato alcuni anni dopo, il 25 marzo 1911, alla Triangle Shirtwaist Company, situata nel cuore di Manhattan, all’incrocio fra Greene Street e Washington Place, poco a est di Washington Square Park, che rappresentava, all’epoca, uno dei maggiori stabilimenti di produzione di capi d’abbigliamento.”

Consiglio la lettura dell’intero articolo qua.

Ma il punto è un altro.

Esaminiamo la situazione sociale delle donne in questo momento: spose bambine che muoiono per emorragia  interna dopo la prima notte di “nozze”, ragazzine che si prostituiscono per comprarsi l’ultimo modello di iphone, donne che accettano di essere incubatrici di bambini creati ad hoc in laboratorio per accontentare i capricci di pochi ricchi e famosi.

Non ho mai festeggiato la festa della Donna perchè non ho mai creduto che fosse necessario un giorno all’anno, dove tutti fingono di non vedere quella che è la realtà.

Le Donne vengono stuprate, picchiate, uccise ogni singolo giorno, sono lo strumento utilizzato da perversi e frustrati per sfogare la propria indole violenta.

E’ stato, è, sarà.

Ma oggi più che mai una Donna deve chiedersi non tanto se esistono le pari opportunità, che mi sembra evidente non ci siano, ma se esiste ancora la propria dignità.

Sarei felice di festeggiare ogni giorno dell’anno quando noi Donne, io per prima, capissimo che siamo noi il vero motore di tutto e che solo per questo meritiamo rispetto sempre.

Dobbiamo avere il coraggio di allontanare dalle nostre vite chi non ci rispetta. Chiunque. Ad ogni costo.

Basta mettere le nostre vite nelle mani altrui, basta ai condizionamenti che dobbiamo essere protette, basta alle lamentele quando poi siamo le prime a prostrarci al gioco al massacro che la società vuole imporci.

Chi mi conosce sa quanto ho sofferto nella mia vita, e quanto dovrò soffrire ancora.

Però vorrei trasmettere un messaggio importante, a mia figlia e a tutte noi Donne: non siamo tanto deboli da dover dipendere da chiunque. Non siamo in vendita. Non meritiamo di essere stereotipate.

Siamo uniche, forti, e abbiamo una dignità che nessuno si può permettere di calpestare.

Questa sera non uscite a sbavare o a farvi prendere in giro. Pensate a Voi e dedicatevi il tempo che realmente desiderate nel modo in cui desiderate, non come tutti si aspettano che facciate.

Io festeggio la Donna 364 giorni l’anno, tranne l’8 marzo.

Per me l’8 marzo è da festeggiare perchè nel 1993 Giacinto Auriti denunciò la Banca d’Italia, profeta che ci ha aperto tante strade per la nostra libertà.

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