Complimenti alla Corte dei Conti, sempre sul pezzo. A spese nostre, enormi.

Ieri sera, durante il prime time del TG de La 7, Mentana emozionato annuncia uno scoop (cliccate il link e vedrete il video) che ai media sarebbe arrivato solo il giorno dopo: la Corte dei Conti avrebbe pronti gli atti di citazione a giudizio per 16 ex dirigenti di Alitalia che hanno fatto parte dei cda tra il 2002 2 il 2008, per un totale di danno erariale vicino ai 3 miliardi di euro.

Contando che siamo ormai nel 2014, fa piacere che almeno a distanza di 12 anni i magistrati contabili si siano resi conto di quanto gli ex dirigenti hanno svuotato la cassa pubblica di Alitalia, specie all’ennesimo annuncio di prossimo fallimento della compagnia di bandiera, a meno che lo Stato non ci butti altro denaro.

Il problema però è che, in tutta franchezza, la Corte dei Conti vale come il due di picche.

Un esempio? Hanno riscontrato un’evasione fiscale di 98 miliardi di euro ai gestori delle macchinette da gioco, che grazie ad un accordo con il governo Letta, sono riusciti a restituire solo 611 milioni di euro.

Dubito fortemente che gli ex-dirigenti Alitalia, che negli anni ne hanno più volte provocato il dissesto, restituiscano anche solo un euro.

Allora, visto i tempi biblici con i quali la Corte dei Conti opera, visti i magri risultati portati a casa, grazie alla collusione della politica, questa istituzione che esiste da 150 anni, quanto costa alle tasche degli italiani? Vale ancora la pena di mantenerla in vita?

Mi sono posta queste domande e googleggiando  un po’ ho trovato dei dati da brivido: considerando che le sentenze di questa Corte avvengono sempre a “buoi scappati”, ci costa ben cinque volte più di quella Spagnola, previsionale di 271 milioni di Euro più 150 milioni per consulenze, 3.270 dipendenti, 615 magistrati, 30 auto blu, circa 200.000 € lo stipendio annuo di ogni magistrato che spesso ha pure doppi incarichi e consulenze, la sola inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti costa circa 20.000 €.

Secondo l’art. 102 della Costituzione non possono essere istituiti giudici straordinari o speciali, ma l’esistenza della Corte dei Conti, stabilita dal successivo art. 103 è un giudice speciale, come lo è la giurisdizione tributaria, come lo è quella amministrativa. Quindi, la condizione attuale dell’ordinamento giurisdizionale italiano e’ in contrasto con la norma costituzionale e basterebbe una iniziativa politica di attuazione piena dell’ordinamento costituzionale per ottenere con deliberazione parlamentare di legge costituzionale a norma dell’art. 138 del testo l’abrogazione della normativa regolante la Corte dei Conti e la conseguente soppressione della relativa magistratura speciale.

In periodo di spending review tanto pubblicizzata, a parole, l’abolizione di questo preistorico ed inutile Ente Pubblico sarebbe un bel risparmio annuo.

Ma in Italia si sa, chi tocca i magistrati ed i loro privilegi, muore. Specie perchè la loro nomina rappresenta anche un grande vantaggio politico per chi la fa.

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