BCE: se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere a crepapelle.

Oggi a Varese è una giornata uggiosa, che riflette un po’ il morale di una zona che è sempre stata gran lavoratrice e produttiva e che nel 2012 è stata travolta da uno tsunami di cui nessuno parla, neppure lo Stato centrale, quando si rende conto del calo drastico delle entrate fiscali e non se ne chiede il motivo.

Pertanto io, con la mia solita curiosità e voglia di capire, tipica certo di una donna, essenziale per una testarda al mio pari, dopo aver scanalato un pochino e vagato nei vari social network, dopo aver letto un centinaio di pagine dell’ultimo libro che ho sul comodino, ho pensato di cercare di capire perchè siamo perennemente sotto scacco dall’Europa per il nostro famigerato debito pubblico.

Premetto che io non sono un’economista, di quelli che hanno passato la vita tra statistiche e testi scritti e di quello si nutrono, ma nella mia gioventù posso vantare di aver letto tutto il malloppone di Marx, nonostante fossi di idee completamente diverse. Sono una semplice cittadina che cerca di informarsi e di capire la realtà dei fatti, non le balle che ci raccontano.

In ogni caso, tornando al nostro debito pubblico, trovo il mio bel grafico che ne ripercorre la crescita dagli anni ’70 ad oggi:

Mio padre, operaio per una vita, mi ha sempre detto che il vero boom italiano si ebbe tra gli anni 60 e gli anni 70, quelli che videro la mia nascita. Secondo questo grafico, sostanzialmente in quel periodo Pil e debito pubblico erano praticamente al pareggio.

L’impennata , come tutti ci vogliono far credere, c’è stata negli anni 80, con il periodo delle tangenti, che tutt’ora esistono ma probabilmente sono fatte in modo un pochino più discreto.

In realtà, la crescita costante del debito pubblico, secondo questo grafico, comincia ad uscire dal controllo negli anni 90, fino a crescere oltre misura da lì in avanti.

Nella mia indiscussa ignoranza mi chiedo: cosa è successo in quegli anni di tanto grave da peggiorare la situazione in questo modo?

Mi ricordo dei miei vent’anni, di essermi commossa nel vedere Ciampi alzare la prima moneta coniata di un Euro, e da grande sognatrice ho creduto, un po’ come tutti, che quello fosse solo il punto di partenza per un benessere comune, per una vera unità.

Ma i fatti dimostrano l’opposto: non si potrà mai parlare di Europa fino a che esistono politiche economiche e sociali diverse e contrastanti da uno Stato all’altro, fino a che alcuni Stati impongono ad altri in un modo poco chiaro il pagamento dei loro debiti di guerra e poi pretendono di dettar legge ovunque. Questa non è un’Unione Europea, è una colonizzazione a tutti gli effetti. Non ci sono riusciti con i campi di concentramento, ma la sostanza è sempre quella. Tanto vale uscirne e riprendersi la propria sovranità, ma questo è un altro discorso.

Negli anni 90 vide la nascita la famigerata Banca Centrale Europea: organismo assolutamente privato, senza alcun potere giuridico su ciascun Stato europeo, che però si permette di dettare legge a proprio piacimento. 

La BCE è stata creata, sentite bene, CON LO SCOPO DI MANTENERE COSTANTE E SOTTO CONTROLLO L’ANDAMENTO DEI PREZZI ED IL POTERE D’ACQUISTO NELL’AREA EURO.

Fa ridere, no? Nessun italiano ha perso potere d’acquisto in questi vent’anni, siamo diventati tutti benestanti!

Perchè la BCE, che per statuto può solo dare pareri non vincolanti, si spinge oltre, a fare e disfare governi con le sue letterine di consigli, e certo poco si preoccupa del potere d’acquisto dei cittadini europei, quanto di quello che è il suo margine di guadagno su di loro.

La BCE dice: alzate l’IVA. E via tutti a gara a chi la alza di più. La BCE dice: tagliate le pensioni e la spesa alla sanità. Obbedisco. La BCE dice: tagliate i fondi alla scuola ed alla cultura. Manco a dirlo, già fatto.

Verrebbe da pensare che il vero scopo della BCE sia quello di avere cittadini indigenti, malati ed ignoranti, così da manovrarli meglio e fargli bere ogni panzana che sentono ai telegiornali debitamente indirizzati.

E come si dice, a pensar male non si sbaglia mai.

Unica cosa che interessa alla BCE: le banche private. A loro presta denaro praticamente senza farlo pagare, le ricopre di denaro, apre i rubinetti con tanta facilità da sembrare la rottura di una diga. Le banche sono travolte dai denari che da loro la BCE, tanto che si permettono in un momento di crisi come questo di rifarsi il look di ogni filiale, nonostante bilanci rossi che di più non si può ed evasione fiscale a iosa. Ma tanto loro, grazie ai denari della BCE, possono permettersi di patteggiare con il fisco e fare un bel saldo stralcio del dovuto, pagando meno del 10% totale. Evidentemente non basta, perchè si permettono anche di applicare usura PENALE al 99% dei conti che hanno, sia di privati che di aziende.

Comunque, andiamo più a fondo e torniamo al trattato di Maastricht, che stabilì bene quelle che sarebbero dovute essere le competenze della Banca Centrale.

All’ articolo 2, c’è un elenco precisissimo, che pare un testo di Zelig:

  • uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme della Comunità
  • una crescita sostenibile, non inflazionistica, che rispetti l’ambiente
  • il raggiungimento e il mantenimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale
  • la coesione economica e sociale
  • la solidarietà tra stati membri
  • Definire e attuare la politica monetaria per l’area dell’euro
  • Svolgere le operazioni sui cambi
  • Detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi dell’area dell’euro
  • promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento
  • IL DIRITTO ESCLUSIVO DI AUTORIZZARE L’EMISSIONE DI BANCONOTE ALL’INTERNO DELL’AREA DELL’EURO

Ecco, siamo arrivati al punto. Se le banche nazionali sono state rese spa private, la BCE autorizza non la zecca di Stato (che praticamente non esiste più con la sua originaria destinazione) ma le banche private ad emettere moneta.

La Banca emette moneta di 5 euro, ne spende 0,50 centesimi, ma la mette in circolazione e quindi la vende allo Stato a 5 euro.

Questo si chiama signoraggio, ovvero l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione della moneta. Se la moneta viene emessa direttamente dallo Stato, i redditi vanno a quest’ultimo, se viene emessa da una banca privata, è lei che ci guadagna, contribuendo ad aumentare esponenzialmente il debito pubblico.

Questo è uno dei motivi per cui, a mio modestissimo parere da cittadina, dobbiamo uscire dall’Euro il più in fretta possibile.

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

n/a