Banche ed Equitalia: colluse?

Banche + Equitalia = legate a doppio filo per la distruzione del tessuto imprenditoriale italiano?

Quello che andrete a leggere è una mia deduzione, basata su esperienza personale e su tutta una serie di situazioni imprenditoriali studiate che presentano tutte lo stesso comune denominatore.

Un circolo vizioso che, piuttosto che favorire l’incremento del benessere generale, contribuendo a coltivare il sottobosco microeconomico su cui è costituito gran parte del Pil prodotto in Italia, non fa altro che raderlo al suolo, con criteri sistematici e che portano tutti allo stesso risultato.

Non userò termini difficili, cercherò di essere il più chiara possibile perchè è fondamentale che capiate bene quale è il filo conduttore e come gli imprenditori, piccoli e medi, senza rendersene conto, sono tenuti in scacco dalle banche prima, da equitalia poi.

Potreste pensare che sono due situazioni separate, in realtà sono la seconda consequenziale alla prima.

Parlerò per esempi, supponendo che stiamo parlando di una piccola società che si chiama Massacrata e di come questa realtà economica si trova a dover operare, suo malgrado, per poter tentare di sopravvivere.

Vi chiedo solo una cortesia: diffondete questo post il più possibile, affinchè tutti comprendano che si può uscire da questa serie di ricatti vergognosi e ritornare a vivere e lavorare senza più dover sottostare ad un regime imperante.

Cominciamo.

La nostra ditta Massacrata nasce negli anni in cui le banche concedevano prestiti a cani e porci. Addirittura bastava entrare nella filiale di una banca per fare uno sportello e venivi assalito dai cosiddetti “settoristi” che ti proponevano qualsiasi apertura di credito, finanziamento, assicurazione, mutuo, e chi più ne ha più ne metta.

La ditta Massacrata è un’azienda piccola, ancora all’inizio del suo sviluppo. Però le idee sono buone, la volontà è tanta, le persone sono preparate. 

Sulla carta è un’azienda che potenzialmente è in grado di fare grandi numeri.

Gli imprenditori italiani però non capiscono bene cosa significa essere imprenditore.

Eppure il codice civile, art. 2082 e 2083, lo spiega perfettamente: secondo la tesi prevalente sono piccoli imprenditori coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia e con prevalenza di detto lavoro sul capitale proprio od altrui investito nell’impresa (da ciò discende che non potrà essere considerato piccolo imprenditore chi impiega ingenti capitali, anche se lavora da solo, ad es. un gioielliere) e sul lavoro altrui.

Quindi, mentre la maggior parte di coloro che vogliono aprire un’attività imprenditoriale si rivolgono al mercato del credito, perchè chiaramente programmati da decenni a fare questo, convinti che senza il supporto di banche o finanziarie non potrebbero fare alcunchè, nella realtà chiunque volesse intraprendere questa via dovrebbe partire con la consapevolezza che la predominanza, non solo del lavoro ma anche del capitale investito, deve essere la propria.

Ma quanti hanno pensato questo nel periodo d’oro dove le banche hanno lanciato ami in mari decisamente pescosi?

Nessuno, io per prima.

E così, senza accorgersene se non quando la situazione diventa critica, la nostra azienda Massacrata si appoggia al credito bancario, aprendo fidi che gli mangiano gran parte del profitto, accendendo mutui e quindi mettendo in garanzia i propri immobili, senza peraltro sapere che un mutuo di liquidità manca della causa e quindi può essere dichiarato nullo sempre stando a quello che ci insegna il codice civile.

Andiamo avanti.

L’azienda Massacrata cresce velocemente, ha bisogno di investire nel proprio lavoro, di acquistare attrezzature, di assumere nuovo personale. Ma nessun consulente degno di chiamarsi tale la informa su quelli che saranno i costi relativi a tutte queste operazioni, che molto probabilmente se non considerati finiranno per iniziare a creare un buco nero che diventerà con il tempo una piccola voragine.

Il costo del lavoro in Italia è altissimo, quanti si fanno i conti prima di assumere qualcuno? Quanti sono seguiti adeguatamente per stabilire quale sarà l’effettiva incidenza economica di una nuova assunzione e quanto deve produrre il nuovo personale per poter ammortizzare tale spesa?

Ad occhio direi circa il 3% degli imprenditori. Normalmente si è abituati a fare il conto dello stipendio mensile netto e lo si moltiplica per 13 o 14 mensilità a seconda del settore d’interesse.

Sulla base quindi di questi conti decisamente approssimativi, l’azienda Massacrata decide di assumere nuovo personale ed investire sull’incremento dell’attività aziendale. Ma come “buona” abitudine degli imprenditori italiani, l’azienda Massacrata si rivolge in banca, spiegando il proprio progetto e chiaramente trova immediato finanziamento.

Perchè vedete, il trucco è proprio quello da parte delle banche: foraggiare le aziende, indebitarle fino a che sanno perfettamente che non saranno in grado di rendere il loro debito, togliere redditività con un incremento esponenziale degli interessi passivi, possibilmente riuscire a mettere ILLEGALMENTE delle ipoteche sulle proprietà immobiliari, con una scusa usatissima, quasi ci facessero un piacere: CARISSIMO AMICO MIO , IL FIDO O L’ANTICIPO FATTURE TI COSTA TROPPO, FACCIAMO UN BEL MUTUO CON GARANZIA LA TUA CASA, IL TASSO CHE TI APPLICHEREMO SARA’ MOLTO PIU’ BASSO (E NON E’ COLPA NOSTRA SE I TASSI SONO COSI’ ALTI, E’ COLPA DI BASILEA 2) E PER DI PIU’ TI DIAMO UN AMPIO RESPIRO, RATE BELLE LUNGHE E SAI GIA’ QUANTO SPENDERAI.

Caspita, pensa l’azienda Massacrata, ma chi parla male delle banche proprio è in malafede. Mi stanno aiutando e supportando tantissimo.

E così i proprietari dell’azienda Massacrata accettano di fare un mutuo, convinti da artifizi che pagheranno ben cari. A fronte di questo mutuo si trovano ridotti almeno del 90% l’esposizione di cassa, ma credono di trarne un enorme vantaggio.

E qui cominciano i problemi.

Quasi sicuramente il giorno prima della firma del mutuo la banca comunica che per volere della direzione, non certo loro, il tasso che applicheranno è più alto di almeno un punto percentuale, ma è sempre più basso di quello che pagheremmo sul fido di cassa, ci convincono. Poi la direzione chiede anche delle fideiussioni personali. Come, non basta l’ipoteca su una casa? Si, ma è una pura formalità. 

Chiaramente ci propinano anche una bella assicurazione ad un costo superiore del 450% medio rispetto a quello che troveremmo sul mercato normalmente, ma poichè siamo ormai nel circolo vizioso, non sapendo che possiamo far valere i nostri diritti e quindi usare normali assicurazioni, PER IL TIMORE DI NON RIUSCIRE AD AVERE QUESTO ENORME VANTAGGIO, ormai siamo disposti a sottoscrivere tutto.

ED IL CAPPIO COMINCIA A STRINGERSI.

Il mutuo è sottoscritto, la casa ipotecata, le fideiussioni firmate (e con questo le banche mettono mano su ogni nostro possedimento) e abbiamo persino un piccolo fido di cassa che ci è rimasto.

MA ALLORA, DOVE E’ IL VANTAGGIO SE CI HANNO ALZATO I TASSI, CI HANNO OBBLIGATO A FIRMARE FIDEIUSSIONI, CI HANNO IMPOSTO ASSICURAZIONI A PREZZI VERGOGNOSI, E CI MANTENGONO UN FIDO DI CASSA AD UN TASSO ELEVATISSIMO?

Ci siamo giocati le mutande e non abbiamo neppure capito il gioco in cui ci siamo ficcati.

L’azienda Massacrata è fiduciosa, abbatterà gli oneri finanziari, avrà nuova forza lavoro, riuscirà ad ingrandirsi, tutto sembra roseo.

Già, sembra, fino al rinnovo del fido di cassa.

Perchè troppo tardi l’azienda Massacrata si è accorta che i costi al posto di diminuire sono aumentati, che quello che dovevano avere come maggiore liquidità a minor tasso con il mutuo si è risolto in un maggiore indebitamento a fronte di un’erogazione che copriva a malapena le linee di credito tolte.

E ormai quel piccolo fido di cassa diventa fondamentale per riuscire a pagare le rate del mutuo, che a tasso variabile, nonostante i tassi siano sempre in diminuzione, hanno delle clausole che consentono alle banche di alzare unilateralmente lo spread a seconda dell’andamento del mercato finanziario (falsato appositamente), stando al pelo di quello che è previsto dalla clausola di salvaguardia, ovvero il tasso massimo applicabile da contratto.

Per l’azienda Massacrata diventa fondamentale il rinnovo di quel fido: siamo arrivati al momento della crisi mondiale, che le banche scambiano come giusta causa per l’interruzione del credito, gioco facile visto che nessuno si oppone. Gli altri istituti di credito con cui lavora lamentano una centrale rischi che presenta una situazione debitoria troppo pesante, è sufficiente un lieve calo di fatturato per giustificare richieste di rientro perchè l’azienda Massacrata, fiore all’occhiello fino ad un mese prima, è diventata improvvisamente a rischio di insolvenza.

Ma per avere il rinnovo del fido, la banca che ha supportato l’azienda Massacrata chiede un bilancio che dimostri una redditività alta, ovvero un bel e corposo utile. L’azienda Massacrata è nel panico: il suo bilancio soffre della crisi, del calo di fatturato, non è in utile ma in perdita. Se presenta un bilancio del genere, la banca unica che ha mantenuto il fido di cassa senza chiedere il rientro e quindi senza affossare l’azienda di rate da pagare che stanno diventando inaffrontabili, leverà sicuramente l’affidamento.

E così, su consiglio degli stessi consulenti che sono mancati nel momento topico in cui era necessaria la loro presenza, si procede a presentare un bilancio in utile, maneggiando su fatture da emettere e sul magazzino, senza sapere che così si sancisce la fine. 

Si, perchè quello che in modo falso viene dichiarato a fine anno come utile NON CONSEGUITO, comporta due conseguenze letali.

La prima, è che i dati manipolati a fine anno si ripresentano ad inizio anno successivo come un costo imponente, e quindi anno dopo anno saremo costretti, per sperare di riuscire a mantenere un minimo di accesso al credito, a manipolare i dati di bilancio, sperando nella ripresa che non arriva mai, fino a che non si arriva ad un punto in cui le perdite non si posso più nascondere, neppure con una rivalutazione degli immobili aziendali, ammesso e non concesso che ci siano.

La seconda è che su quell’utile NON OTTENUTO ci troveremo a dover pagare delle tasse immani, che ci toglieranno ulteriormente liquidità. L’azienda Massacrata non ce la fa, e così comincia ad aprirsi anche la voragine nei confronti del fisco e di conseguenza di equitalia, che per un debito di 100 arriva a chiederne 1000, tanto anche lei è tranquilla che nessuno si opporrà, terrorizzato com’è di perdere tutto.

Questo è quanto normalmente succede al 99% delle aziende italiane, piccole o medie che siano, e che porta inevitabilmente al loro fallimento, alla perdita di tutti i beni privati e questo nella migliore delle ipotesi, se non a conseguenze più tragiche di cui in pochi parlano.

Allora, la domanda è questa.

Appurato che le banche operano sempre nello stesso modo, ti fanno intendere di regalarti il pollo mentre al contrario ti lasciano se ti va bene solo con le ossa, che ogni azienda si è trovata nella situazione di dover dichiarare redditi non conseguiti per evitare la revoca degli affidamenti, che da quel momento si entra in un vortice terribile che porta all’aggressione senza pietà del fisco e che non impedisce la revoca del credito da parte delle banche… siete davvero sicuri che questa sia la soluzione migliore?

Oppure non sarebbe meglio capire che è il momento di difendere i propri diritti, uscire da questo vortice vizioso e rientrare in uno virtuoso?

Come?

Iniziamo a non pagare e a crearci liquidità, aggredendo noi per primi. Colpendo in modo diretto e senza paura. 

L’organizzazione che sto creando vi aiuterà proprio in questo.

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