Ancona: Spacca e Solazzi indagati per peculato

Pranzi e cene, spesso con commensali estranei all’ente Regione o non identificati, spese postali, manifesti, consulenze, servizi di telefonia.

Sono queste le principali ipotesi accusatorie della procura di Ancona formulate nei confronti del presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca e del presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi (oggi entrambi confluiti in Marche 2020), che ha indagato entrambi per peculato, insieme ad altri 59 consiglieri di due legislature e cinque addetti ai gruppi.

È invece indagata per truffa l’ex consigliere dell’Idv Paola Giorgi, che avrebbe dichiarato di risiedere fuori Ancona, percependo rimborsi chilometrici non dovuti.

Nelle oltre 100 pagine di avviso di chiusura delle indagini (art. 415 bis del Codice di procedura penale), in corso di notifica ai 66 indagati, la procura fa ‘le pulcì alle spese di tutti i gruppi consiliari, scontrino per scontrino.

Un lungo lavoro condotto con il supporto tecnico del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, che ha passato al setaccio, scontrino per scontrino, i conti di due legislature regionali, l’ottava e la nona, dal 2008 al 2012.

Secondo gli inquirenti, nel 2008, in quanto presidente del monogruppo l’Unione per le Marche, il governatore Gian Mario Spacca si sarebbe «appropriato indebitamente» di 15.445,23 euro per spese postazioni, di redazione, di stampa e diffusione di manifesti, e spese di ristorazione. Nello specifico: 3.658, 23 euro per spese di spedizione del periodico ‘Marche Domanì, e 11.787,00 euro per pranzi e cene, con documentazioni di rimborso carenti.

Nel 2009, il presidente si sarebbe «appropriato», secondo la procura, di 14.258,35 euro.

Una somma che si articola in spese non sufficientemente documentate, o non inerenti alle attività del gruppo, per manifesti, ristoranti, servizi di telefonia e per la stampa di 55 mila copie del «periodico filosofico culturale Koinè», oltre che per l’acquisto di traffico Sms sul sito Aruba.

Altri 5.273 euro vengono contestati a Spacca per l’anno 2010, per rimborsi legati ad attività di rappresentanza, servizi postali, cancelleria e telefonia, e per spese di ristorazione (1.647 euro) e acquisto di traffico Sms su Aruba (765 euro).

Nella nona legislatura Spacca è stato rieletto con la lista ‘Gian Mario Spacca presidentè, ed è nella veste di responsabile della gestione dei fondi del gruppo, che i magistrati gli chiedono conto di 4.152,84 euro di spese per ristoranti, spese postali e bolli, viaggi e per la partecipazione ad eventi.

Fra i chiarimenti attesi dalla procura, quelli su pranzi per incontri tenuti sul territorio che sarebbero invece avvenuti altrove (ad esempio in Abruzzo, a Pescara e Villa Rosa) e con ospiti «estranei all’amministrazione regionale», o, nel caso di un paio di date fra onomastici e compleanni, con un familiare.

La stessa procura nota però che alcune di queste spese, pagate con la carte di credito, successivamente sono state refuse personalmente dal presidente.

Ammonta a 12.597,74 euro la spesa contestata a Spacca nel 2012.

Anche in questo caso ci sono scontrini di ristoranti (anche locali di Abruzzo, Lazio e Lombardia), alberghi, spese di rappresentanza «senza documentazione di supporto».

Ma il grosso riguarda una consulenza professionale, per la quale il governatore avrebbe versato 10.021,74 euro.

Il presidente dell’Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi è invece indagato in concorso con il capogruppo del Pd Mirco Ricci per spese relative al 2009 e 2010, quando faceva parte del Gruppo dei Democratici.

Con Ricci – questa l’ipotesi accusatoria dei Pm – si sarebbe «indebitamente appropriato» di 1.270,90 euro nel 2009 a titolo di rimborsi e contributi per la ristorazione, (906,80 euro), spese postali e bolli (210), spese telefoniche (154). Nel 2010 Ricci e Solazzi si sarebbero appropriati di 2.384,90 euro spettanti al Gruppo Dem: 1.402,90 euro sono spese di ristorante, il resto spese postali (240 euro), internet (500), telefonia (242 euro).

La consigliera Paola Giorgi (passata da Idv a Centro Democratico e ora a Marche 2020) è indagata per truffa perchè nella nona legislatura, «con artifici e raggiri», avrebbe ottenuto rimborsi chilometrici (3.167,37 euro nel 2010 e 5.538,34 nel 2011) dichiarando di risiedere a Matelica quando invece il suo domicilio effettivo era ad Ancona.

Fonte Ansa

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