A parità di saldi: riduciamo da subito il costo dei parlamentari.

 

In questi giorni assistiamo impotenti e schifati alle diatribe sulla nuova manovra, quella che dovrebbe consentire all’Italia di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.

Lo impone l’Europa.

E’ però ormai evidente che il “governo” per reperire i fondi sta preparando il sudoku delle tasse, mentre al contrario l’Europa chiede riforme strutturali ed impegno alla crescita. Noi probabilmente vedremo solo crescere l’Iva.

Ed il taglio dei costi della politica?

Ah, urlerebbero tutti in coro i nostri “dirigenti”, destra sinistra e palla al centro, nel decreto esiste la bozza di riforma costituzionale che porterà a metà il numero dei parlamentari.

E’ qualcosa di concreto?

No, lo diventerebbe solo in caso di completamento dell’iter di modifica della Costituzione, un paio d’anni almeno, ben sapendo che la legislatura avrebbe il suo termine naturale qualche mese prima.  La solita propaganda.

Del resto, il numero dei deputati e dei senatori è sancito espressamente dalla nostra Costituzione: l’articolo 56 comma due parla di seicentotrenta deputati, l’articolo 57 comma due parla di trecentoquindici senatori.

L’unico modo per cambiare il numero dei parlamentari è quindi inevitabilmente il percorso costituzionale: doppio passaggio al Parlamento, a non meno di tre mesi di distanza l’uno dall’altro, maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera. Un miraggio.

Quello però che non è scritto in Costituzione è l’ammontare degli emolumenti percepiti dai parlamentari.

Se così fosse, i nostri cari politici non avrebbero potuto alzarsi stipendi e diarie in modo vergognoso fino a raggiungere i livelli oltraggiosi di oggi. Un ritocchino di qua, uno di là, poco per volta nessuno si accorge ed il gioco è fatto.

La conclusione è ovvia: se la spinta alla proposta di dimezzamento dei parlamentari è basata sulla necessità di ridurre l’onere elefantiaco che grava sulle casse statali, allora va bene l’avvio della riforma costituzionale, ma si può fare subito qualcosa anche con lo stesso numero di parlamentari: DIMEZZIAMO GLI STIPENDI E LE DIARIE DA OGGI.

A parità di saldi, si ottiene immediatamente lo stesso risultato, persino mantenendo intatto il numero dei politicanti che giocano in Parlamento.

Peccato non aver sentito una proposta del genere da NESSUNO.

E poi ci si chiede il perchè gli italiani hanno i conati a sentir parlare di politici.

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Una risposta a “A parità di saldi: riduciamo da subito il costo dei parlamentari.”

  1. se la matematica non è un’opinione i conti tornano, ma tu ci credi che questi faranno mai una cosa del genere? sono parassiti

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